Chi progetta oggetti, strumenti, vestiti, modi di esporre ha un ruolo fondamentale: quello di immaginare per gli altri. Immaginare vuole dire prendere elementi concettuali, idee, visioni, e ricombinarli in modalità differenti da quelle originali, ma utili per prospettare orizzonti di significato innovativi.
Perché questa risulti una pratica vincente, chi immagina e disegna deve essere profondamente inserito nella realtà contemporanea: è una condizione necessaria per riuscire ad anticipare ciò che altri potrebbero desiderare.
Una volta messe in pratica le idee creano delle realtà: modellano il mondo circostante attorno alla funzione dell’oggetto.
In questo modo una storia del design può diventare una storia dei cambiamenti sociali e culturali che contraddistinguono le epoche: il design ha partecipato e dato vita a movimenti intellettuali che hanno contribuito a ridefinire l’ambiente sociale, economico e imprenditoriale del nostro Paese.
Oggi però all’atteggiamento espansionistico della seconda metà del Novecento si affianca un’idea di responsabilità ambientale. La riduzione dell’impatto delle idee sulle risorse naturali, la sensibilità verso temi che rendano sostenibili, atossici, non usa e getta i prodotti stanno rimodellando i progetti verso una maggiore coscienza del mondo che ci ospita.
E così anche dal mondo del design siamo spinti a interrogarci sul senso del vivere in comune, un senso che vale la pena ricercare sul sentiero del dialogo, del rispetto e di un saper vivere umanistico.
Per saperne di più: Alberto Bassi, Design contemporaneo.